C’era una volta…..

Tutti i bambini, nel cammino di crescita e sviluppo, si ritrovano a dover fronteggiare diverse paure, fantasie ed angosce, insite nel normale sviluppo fisico e psichico dell’uomo. Nel percorso, infatti, il bambino dovrà affrontare e superare diverse frasi, tra queste, le fasi narcisistiche, conflitti edipici, problematiche con i pari e dinamiche familiari. Questo ed altri aspetti, sono necessari per strutturare la personalità futura, acquisire il senso di responsabilità, integrità morale, senso di appartenenza ed altro.

In questi ed altri passaggi, fondamentale è il ruolo della famiglia e dei genitori.

Infatti, questo breve articolo, vuole portare l’attenzione su aspetti che sempre più, oggi, vengono a mancare. Tutti, per esperienza diretta o indiretta, abbiamo imparato a fantasticare sull’immagine del caldo focolare del camini accesso e sui racconti che i nostri nonni o genitori potevano narrare, miti, storie, fiabe e favole.

Oggi più che mai, soprattutto nel giorno della vigilia di Natale, voglio proporre l’importanza che hanno i miti, le favole e le fiabe soprattutto per i più piccini.

Prendiamo in considerazione le fiabe, partendo con la celebre frase “c’era una volta”, che con la loro magia, aprono la porta incantata e dell’immaginario lontano, attraverso cui ci si prepara ad ascoltare tutte le favole.

La fiaba si orienta e adegua a quelle che sono le esigenze del mondo infantile, utilizzano un pensiero intuitivo, egocentrico e magico. È un aspetto fondamentale, essenziale per entrare in sintonia con la menta del bambino. Infatti, è proprio nei più piccoli che i rapporti di causa-effetto sono, ancora prelogici, la maturità intellettiva non è ancora in grado di garantire la superiorità della ragione sull’emotività, così, tutti gli oggetti inanimati, alberi, fiori e animali sono naturalmente dotati di reazioni e comportamenti simili a quelli dell’uomo.

La fiaba ha un importante ruolo psicologico nel processo di crescita del bambino perché è destinata a “coinvolgerlo e a divertirlo, aiutandolo al tempo stesso ad accrescere l’immaginazione e la creatività, a conoscere se stesso e la realtà circostante, a comprendere ed esprimere le emozioni, ad accettare le difficoltà e imparare a gestirle, narrando di personaggi che hanno cercato e trovato soluzioni e, se queste persone ci sono riuscite, vi è sempre una speranza”.

La maggior parte delle fiabe, prende in esame problematiche universali, insite nella vita di tutti gli esseri umani, il cattivo, la paura, il problema, il buio, la perdita e, in particolare, aspetti che preoccupano i più piccoli. Parlano del suo Io in sviluppo e ne incoraggiano e potenziano la crescita, placando nel contempo pressioni consce ed inconsce, del mondo interno ed esterno.

Il bambino può giungere, attraverso la fiaba a riflettere se stesso, immedesimarsi e conoscersi, non attraverso una comprensione logica e razionale della natura e dei contenuti inconsci, ma proiettandosi nei personaggi, effettuando sogni ad occhi aperti, riflettendo, fantasticando e rielaborando intorno ad adeguati elementi narrativi in risposta a determinate pressioni inconsce.

È nella struttura delle fiabe narrare storie di dilemmi in modo limpido e conciso, così da permettere al bambino di cogliere il problema nella sua forma primaria. Nella fiaba il bene e il male si incarnano in determinati personaggi e ancor più nelle azioni degli stessi, senza lasciare spazio ad ambivalenze in modo tale da far arrivare al bambino il messaggio per quello che è, senza velare le storie o personaggi. Infatti, il male non è privo delle sue attrattive, simboleggiate dal gigante, dal lupo, dal potere della strega, da scaltri e potenti Re e Regine, che quasi in tutte le fiabe, hanno il loro momento di gloria. Di contro vi è sempre l’eroe, che lotta e si dimena per sconfiggere il male e liberare i mal capitati. Ed è proprio grazie a questi eroici personaggi e all’identificazione che il bambino ha con loro che riesce a tollerare le difficoltà e sofferenze che si presentano nel periodo dello sviluppo. Se l’eroe vince la paura, attraversando le insidie può farlo anche lui.

La fiaba, attraverso il suo racconto, permette al bambino di compiere queste identificazioni da solo, le battaglie, sia l’eroe che il bambino, le combatteranno affiancati da preziosi amici o alleati, mostrando che in qualche modo, nessuno e mai solo. Va però detto che il bambino si identifica con l’eroe buono non per la sua bontà ma perché la condizione dell’eroe esercita un forte richiamo positivo su di lui. L’interrogativo che si pone il bambino non è, con chi schiararsi, bene o male, ma “come chi voglio essere”: decide chi essere proiettando tutto se stesso su un singolo personaggio ed identificandosi con esso.

Attraverso questi processi, il bambino racconta di sé, dei suoi desideri, delle sue angosce e paure, identificandosi con i personaggi del suo disegno, del suo gioco e della sua fiaba.

La fiaba, però, permette al bambino di essere ascoltatore partecipe, di accedere all’inconosciuto, imparare nozioni e riconoscere le proprie emozioni. Nel processo di identificazione il bambino può indirizzare le sue paure verso quei personaggi della fiaba collocati, appunto, in un altrove molto lontano, rendersi conto che esistono difficoltà e paure, ma, possono essere superate, che qualcuno lotterà al suo fianco e che anche nei momenti bui c’è sempre una via di uscita. Inoltre, se altri ci sono riusciti, anche lui può riuscirci.

Grazie alle favole è possibile apprendere nuovi schemi mentali di comportamento, ed imparare a fronteggiare al meglio situazioni di disagio. Riconoscersi nei protagonisti, vivere in prima persona le esperienze trattate dal libri, permettono ai bambini di scoprire il mondo delle emozioni, imparando a dargli un nome, ad esprimerle e imparare a gestirle per apprendimento e imitazione.

Anche ascoltare una fiaba permette di essere assorbiti da questa. Il bambino, attraverso la lettura o la narrazione, si ritrova completamente assorbito dal mondo fantastico, veste i panni del protagonista e combatte, armato di coraggio, i propri nemici.

“Ti racconto una storia”

Vi sono anche altri aspetti che riguardano il momento stesso in cui la storia viene narrata. Questo momento, assume un’importanza quasi vitale nella vita di un bambino: ascoltare una fiaba da mamma e papà, magari accoccolati tra le loro braccia è un momento di intimità molto forte, ed unico nel suo genere.

Il tempo passato insieme ai genitori a raccontare storie di fantasia è molto importante per la relazione genitore-figli. È un tempo pieno di affetto, ricco di presenza, in cui già la vicinanza dei genitori è per il bambino una grande sicurezza. Questo spazio può essere contornato da domande su come si è svolta la giornata, riflessioni, fantasie, sogni nel cassetto. È uno spazio in cui la fiducia si consolida, il bambino diventa più fiducioso di se stesso, sentendosi in grado di superare paure ed insicurezze.

Risulta un’emozione unica e comune quella dei genitori quando si sentono richiedere dal proprio figlio la lettura di una fiaba: ciò può capitare in particolar modo quando il bambino ha bisogno di sentire il calore della famiglia, o sta sperimentando nella vita reale emozioni e sentimenti che in qualche modo ritrova nella fiaba: è un po’ come se la lettura della storia aiutasse il bambino a fronteggiare tali situazioni.

 

La fiaba come strumento terapeutico

La fiaba si distingue dal mito e dalla favola poiché ha una specifica natura terapeutica. Leggendola in chiave psicologica, assume significati ben precisi: i temi propongono, indirettamente, le vicende personali di relazione con l’ambiente familiare, sociale e non meno con le più grandi paure, insite nella natura stessa dell’uomo.

Per questo ed altri motivi, le fiabe, ci aiutano ad elaborare aspetti del nostro inconscio, mettendoci in contatto con i nostri tratti di personalità più nascosti. Essa, infatti, contiene elementi “magici”, poiché si colloca al di fuori dello spazio e del tempo contestuale, offrendo la possibilità di risolvere i problemi essenziali della vita, indicando possibili vie d’uscita.

Secondo studi psicologici, le fiabe affrontano tutte le tematiche della personalità, fornendo nuove dimensioni all’immaginazione.

In particolare, la fiaba trova forti analogie con i sogni, e per questo può aiutare in una terapia psicologica; è uno strumento creativo e conoscitivo che può intervenire anche su disturbi fisici e psichici.

L’atto di inventare una fiaba significa riprodurre simbolicamente un evento che un soggetto sta vivendo, offrendo la possibilità di trovare tramite l’immaginario nuove soluzioni ai problemi.

Quando si perde la fiducia, quando ci si sente ormai arresi di fronte a situazioni che non si riescono più a fronteggiare, lì le fiabe servono a mantenere viva la creatività, a continuare a credere.

Le fiabe sono considerate una vera e propria medicina potente e naturale, che aiutano il soggetto a riscoprire il valore delle cose.

La fiaba, nella terapia, racchiude in sé due aspetti fondamentali:

  1. L’ascolto: l’ascolto è un’azione indispensabile per il racconto fantastico. Ascoltando una fiaba entriamo direttamente in contatto con ciò che avviene nella nostra mente, e automaticamente ne colmiamo i vuoti.
  2. La scrittura: scrivendo diamo vita alla nostra creatività più recondita, creando un spazio rappresentativo dove questa possa esprimersi ed agire, coerentemente con i nostri obiettivi personali più urgenti.. la scrittura è una delle fasi più importanti poiché mentre scriviamo, il messaggio viene già recepito dalla coscienza

La creatività è un punto focale all’interno dell’area terapeutica: essa si esprime sia quando si ascolta, si legge o scrive una fiaba.

Scrivere fiabe è come guardarsi allo specchio: più è ricca di personaggi e azioni, più riusciamo a conoscere nuove parti di noi stessi. Scoprendo queste nuove sfumature della nostra personalità troviamo altre opportunità di relazione con noi stessi, con la nostra intimità, e con la relazione altrui.

L’uso terapeutico della fiaba consente quindi di accogliere ed elaborare vissuti, conflitti disturbati ed emozioni particolari all’interno di un percorso di relazione terapeutica che conduce verso una soluzione ed una conclusione positiva della fiaba stessa.

“Sognate e fate sognare i vostri piccoli, date la stessa importanza che loro danno alle favole e miti……..Babbo Natale esiste per tutti, dentro e fuori i nostri cuori”

 

 

Si ringrazia Veronica Pacifici per la sua preziosa collaborazione

SITOGRAFIA

http://dspace.unive.it/bitstream/handle/10579/4480/821592-1167918.pdf?sequence=2

http://www.ilsigarodifreud.com/la-funzione-psicologica-della-fiaba—il

http://www.consecutio.org/2012/02/il-corpo-nella-teoria-della-mente-di-wilfred-r-bion/

Categorie: Articoli

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