L’ansia in giusta misura, risulta essere un eccellente sistema di allarme, utile per la salvaguardia dell’essere umano. Di fatto, ci avvisa che vi è la possibilità che qualcosa di pericoloso accada e richiede una nostra reazione-azione per impedirne o limitarne gli effetti pericolosi.

Il tutto, è percepito attraverso i nostri sensi, che filtrano e attivano, qualora sia necessario, il sistema di allarme che a sua volta può reagire attraverso sintomi e sensazioni corporee. Queste possono essere: respiro profondo e veloce, irrequietezza, tensione muscolare, battito cardiaco, sudorazioni ecc.

Purtroppo, per alcune persone e per alcune condizioni di vita, il meccanismo si incastra e la persona entra in un circolo vizioso in cui, più cerca di uscire dal sistema più mette in atto delle soluzioni di evitamento che altro non fanno che peggiorare la situazione. È in questo funzionamento che insorgono e si innescano problematiche e stati di ansia che possono manifestarsi anche attraverso stati ossessivi, fobie, pensieri persistenti e ricorrenti, forte stress, pensieri di morte, pensieri di una malattia imminente, l’idea di non farcela, di non tollerare la situazione.

Inoltre, è pervasivo l’aspetto emotivo che la persona vive, percependosi incapace di sostenere la maggior parte delle situazioni della routine quotidiana, una stato di tensione e paura, una condizione di disagio e al contempo, rabbia per il suo stato.

Stato a cui non riesce a dare una spiegazione, da cui vorrebbe uscire in modo rapido.

Tutte queste manifestazioni, se evitate diventano panico, se affrontate diventano coraggio. 

Sempre più spesso, e soprattutto in campo clinico, mi capita di dover trattare episodi di forte ansia, panico, fobie e stati di ipocondria. Si tratta in particolar modo di fenomeni improvvisi che si presentano prima in maniera graduale, e successivamente peggiorano sempre di più, fino a sperimentare episodi di travolgente paura.

Si ha la sensazione di impazzire o di non riuscire a respirare. La tachicardia aumenta sempre di più. La persona che inizia a sperimentare questi fenomeni, ovviamente, inizia a mettere in atto comportamenti evitanti, soprattutto verso il mondo esterno: psicologicamente si ha la sensazione di essere lontani dalla realtà concreta delle cose e da se stessi, di conseguenza il persona inizierà a smettere di uscire, di avere relazioni con altre persone, di frequentare locali chiusi, di spostarsi in macchina o con mezzi pubblici ecc. In situazioni come queste, la paura di essere colpiti da un attacco di panico o di ansia può diventare molto forte, al punto di evitare contatti sociali.

Chi soffre di ansia e/o attacchi di panico cercherà in ogni modo di ovviare il problema, inventando strategie che risultano inefficaci poiché non fanno altro che peggiorare la situazione, apparentemente possono sembrare funzionali ma in realtà peggiorano il problema.

Possono, inoltre, evitare il problema, facendo finta che non esista: questo tipo di strategia è altamente disfunzionale per l’individuo poiché, nel corso del tempo, i sintomi si presenteranno di nuovo con modalità più forti e pervasive. Situazioni come queste sono risolvibili attraverso un percorso di terapia che miri ad eliminare completamente il problema focalizzandosi sul qui ed ora della situazione disfunzionale esistente, creando meccanismi individuali e strategie che eliminino la fonte del disagio. 

La Terapia Breve Strategica

La terapia breve strategica è un intervento terapeutico, mirato a ristrutturare le modalità attraverso le quali chiunque di noi costruisce la realtà che poi agisce-subisce.

La terapia non deve essere considerata solo come un modello di “cura” da seguire, ma anche una vera e propria scuola di pensiero su come ogni individuo stabilisce relazioni con il mondo esterno, e con gli altri.

È, in particolare, una terapia che agisce su due fronti: da una parte elimina quei sintomi considerati disfunzionali per lo stato psicofisico della persona, dall’altra, aiuta a cambiare le modalità percettive-reattive attraverso le quali costruisce il proprio Sé, ed i propri rapporti. La terapia strategica si differenzia dalle altre poiché si basa sul concetto di “conoscere il problema attraverso la soluzione”: un terapeuta strategico non si affida ad una sola teoria della “natura umana” e, non si focalizza solo sulla patologia presentata ma sul concetto di funzionale e disfunzionale del comportamento della persona e delle suo modalità di interazione.

Quindi, l’obiettivo principale è quello di risolvere il problema nel modo più rapido possibile ma, al contempo rispettando i principi di efficienza ed efficacia così da garantire il benessere psicofisico della persona e di coloro che la circondano. Osservando da vicino gli strumenti della terapia strategica, decade la convinzione che una terapia, per essere efficace, debba durare anni. Di fatto, grazie all’approccio breve strategico, si possono sbloccare in tempi rapidi problemi e disturbi già persistenti da tempo. Questo perché la terapia, agendo sullo stato emotivo, psichico e fisico, modifica anche tutto ciò che un paziente porta dentro da anni. I nuovi schemi mentali suggeriti, aiuteranno la persona ad avere una visione diversa sia del presente, sia del passato. Tuttavia, la prerogativa di un intervento funzionale è che la terapia dovrà essere efficiente ed efficace in modo tale da garantire effetti positivi nel modo più rapido possibile.

Come agisce la Terapia Breve Strategica sull’ansia?

L’approccio strategico focalizza l’attenzione su come il problema si manifesta e agisce sulla persona, ma soprattutto su quali meccanismi disfunzionali si basa per tentare di risolvere le difficoltà persistenti.

La persona viene guidata dal terapeuta, mediante esperienze mirate, a costruire quelle abilità e quelle strategie di problem-solving che permettono di gestire il problema per superarlo efficacemente e ritrovare quella stabilità emotiva persa.

Il paziente, sarà portato a sperimentare una serie di concrete esperienze emozionali correttive che lo condurranno ad agire (in prima persona) sul problema presente – in questo caso sull’ansia – acquisendo autonomia nella capacità di gestire la realtà. Modificando la percezione, segue il cambiamento delle reazioni e successivamente della consapevolezza che si ha del problema.

La presa di coscienza, infatti, inizierà ad esistere già dalle primissime sedute ed aumenterà fino alla completa risoluzione, portando la persona ad alti livelli di funzionalità.

Articolo scritto con la Gentile collaborazione di Veronica Pacifici.

Bibliografia

Botti M., Dacrema E., Educazione strategica, 2016, Milano, La Feltrinelli.

Nardone G., Watzlawick P., Brief Strategic Therapy, 2004, Rowman & Littlefield Publishers Inc, MD, USA.

 

Medicina naturale

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