L’attacco di panico, si realizza in uno stato di intensa paura che raggiunge il suo apice nell’arco di circa otto-dieci minuti. Viene definito “attacco” poiché è contraddistinto da una comparsa improvvisa e inaspettata.

Tale problematica è oggi particolarmente diffusa, alcune volte concretamente diagnosticata, altre volte erroneamente autodiagnosticata su diversi motori di ricerca.

I sintomi

Per la corretta definizione del disturbo da attacchi di panico è opportuno comprendere come questi si verificano. È importante capire se si tratta di episodio singolo oppure se protratto nel tempo. Inoltre, da comprendere le diverse manifestazioni e differenziarlo da eventuali altri disturbi-problematiche.

Attacco di Panico – secondo il DSM-5 (2013)

Un attacco di panico si realizza come un periodo preciso di intensa paura o disagio, durante il quale quattro o più dei sintomi seguenti si sono sviluppati inaspettatamente ed hanno raggiunto l’apice nel giro di 10 minuti:

  • palpitazioni, cardiopalmo, o tachicardia
  • sudorazione
  • tremori fini o a grandi scosse
  • dispnea o sensazione di soffocamento
  • sensazione di asfissia (mancanza d’aria)
  • dolore o fastidio al petto
  • nausea o disturbi addominali
  • sensazioni di sbandamento, di instabilità, di testa leggera o di svenimento
  • derealizzazione (sensazione di irrealtà) o depersonalizzazione (essere distaccati da sé stessi)
  • paura di perdere il controllo o di impazzire
  • paura di morire
  • parestesie (sensazioni di torpore o di formicolio)
  • brividi o vampate di calore.

La presenza di meno di quattro sintomi in genere definisce la presenza di un attacco di panico definito paucisintomatico (quando non produce sintomi di particolare rilievo, al punto da passare quasi inosservata o da essere attribuita ad un lieve malessere passeggero) che, la maggior parte delle persone, definisce come una crisi d’ansia.

Disturbo di Panico

Attacchi di panico inaspettati e ricorrenti, preoccupazione persistente di avere altri attacchi, preoccupazione a proposito delle implicazioni dell’attacco o delle sue conseguenze (perdere il controllo, avere un attacco cardiaco, “impazzire”), significativa alterazione del comportamento correlata agli attacchi.

L’Approccio Breve Strategica

È un intervento terapeutico, mirato a “ristrutturare” le modalità attraverso le quali, chiunque di noi, costruisce la realtà che poi agisce-subisce poiché, se si interviene solamente a livello sintomatico, il rischio di ricaduta è alquanto elevato.

In questo senso, la terapia non deve essere considerata solo come un modello di “cura” da seguire, ma anche come una vera e propria scuola di pensiero su come ogni individuo stabilisce relazioni con il mondo esterno e con gli altri.

L’approccio strategico focalizza l’attenzione su “come” il problema si manifesta, funziona e si mantiene nel presente e su quali strategie disfunzionali “tentate soluzioni” vengono messe in atto per fronteggiarlo. In questi senso, la persona viene accompagnata dal terapeuta, mediante colloquio, a realizzare quelle abilità e capacità individuali (probabilmente già possedute ma dimenticate o latenti) che consentono di gestire il problema per superarlo in modo efficae ed efficiente.

È, in particolare, una terapia che agisce su due fronti: da una parte elimina quei sintomi considerati disfunzionali per lo stato psicofisico della persona, dall’altra, aiuta a cambiare le modalità percettive-reattive attraverso le quali costruisce il proprio Sé, ed i propri rapporti.

La terapia strategica si differenzia dalle altre poiché si basa sul concetto di “conoscere il problema attraverso la soluzione”: un terapeuta strategico non si affida ad una teoria sulla “natura umana”, si focalizza non solo sulla patologia presentata ma sul concetto di funzionale e disfunzionale del comportamento della persona e delle suo modalità di interazione.

Quindi, l’obiettivo principale è quello di risolvere il problema nel modo più rapido possibile ma, allo stesso tempo efficiente ed efficace così da garantire il benessere psicofisico della persona e di coloro che la circondano.

Osservando da vicino, gli strumenti della terapia strategica, decade la convinzione che una terapia, per essere efficace, debba persistere per anni, andando a risanare problemi radicati da tempo; in molti casi, e attraverso l’utilizzo di una terapia breve strategica si possono sbloccare in tempi rapidi problemi e disturbi radicati.

Questo perché la terapia, agendo sullo stato emotivo, psichico e fisico, modifica anche tutto ciò che un paziente porta dentro da anni. I nuovi schemi mentali suggeriti aiuteranno la persona ad avere una visione diversa sia del presente, sia del passato.

Non si escludono casi che richiedono tempi più lunghi e mirati.

Come agisce l’approccio breve

La persona viene guidata dal terapeuta, mediante esperienze mirate, a costruire quelle abilità e quelle strategie di problem-solving che permettono di gestire il problema per superarlo efficacemente e ritrovare quella stabilità emotiva persa.

Il paziente, sarà portato a sperimentare una serie di concrete esperienze emozionali correttive che lo condurranno ad agire (in prima persona) sul problema presente – in questo caso sull’attacco di panico – acquisendo autonomia nella capacità di gestire la realtà.

Modificando la percezione, segue il cambiamento delle reazioni e successivamente della consapevolezza che si ha del problema.

La presa di coscienza, infatti, inizierà ad esistere già dalle primissime sedute ed aumenterà fino alla completa risoluzione, portando la persona ad alti livelli di funzionalità.

Bibliografia

APA (2013). Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, quinta edizione (DSM-5), Raffaello Cortina Editore, Milano 2014.

Baranello, M. (2004). Disturbo da attacchi di panico e agorafobia. Diagnosi clinica e trattamento psicologico. SRM Psicologia, Progetto PRS, marzo 2004.

Botti M., Dacrema E., Educazione strategica, 2016, Milano, La Feltrinelli

Nardone G. (1993). Paura, Panico, Fobie: la terapia in tempi brevi Ponte alle Grazie.

Nardone G. (2000) Oltre i limiti della paura. Rizzoli, Milano.

Nardone G (2003). Non c’è notte che non veda il giorno. La terapia in tempi brevi per gli attacchi di panico. Ponte alle Grazie, Milano.

Nardone G. (2015). La terapia degli attacchi di panico. Ponte alle Grazie.

 

 

Dott. Matteo Pio Ferrara

Cellulare: 3208336564

Roma – Cassino – San Giovanni Rotondo

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